AFFRESCHI

  • Antonio Vite, Madonna della neve

  • Lorenzo Monaco, Imago pietatis

  • Lorenzo Monaco, Crocifissione tra la Madonna e san Giovanni Evangelista in umiltà

    Le figure sono dipinte con la tecnica del monocromo, che consiste in un abbassamento cromatico solitamente scelto per veicolare significati pregnanti e richiamare con più forza la dimensione del sacro e del mondo ultraterreno. Quando le figure a monocromo sono poste su uno sfondo colorato naturalisticamente, come nel caso del cielo e della croce, trasmettono infatti un voluto senso di alienazione estraniante, prodotto dalla colorazione innaturale delle figure, e inducono al contempo alla concentrazione e meditazione. La tecnica suscita infatti nello spettatore un senso di alterità delle figure monocrome rispetto all’ambiente naturalistico, sottolineando la natura divina del Cristo e la santità della Vergine e di Giovanni.
    La Crocifissione con i dolenti in umiltà è la rappresentazione del Cristo crocifisso con la Vergine e san Giovanni seduti ai piedi della croce, in un atteggiamento di contrizione che catalizza sul loro dolore l’attenzione dello spettatore. La letteratura che indica nell’umiltà un exemplum vivendi si fonda sulla frase di Cristo “Qui se humiliat exaltabitur” (Lc 14, 11; trad.: colui che si umilia sarà esaltato). Un collegamento tra questa virtù e il suolo si riscontra già in Isidoro da Siviglia (560-636), il quale affermava che, etimologicamente, humilitas proverrebbe dal termine latino humus, cioè terra. Nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine si individua poi un collegamento più puntuale con la Croce: «I quattro capi della croce si ornano con le gemme di queste quattro virtù: in alto, sopra tutte, la carità; a destra l’obbedienza; a sinistra la pazienza; in fondo, confitta nel terreno, la radice di tutte le virtù, l’umiltà» (I. DA VARAGINE, Legenda Aurea (1260-1298 ca), ed. a cura di A. Vitale Brovarone e L. Vitale Brovarone, Torino 1995, p. 284).
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